martedì 20 novembre 2012

Premio Unia

La faccenda è questa, ho ricevuto un MEME, che, detto per le capre mie pari, sarebbe un catena di sant'Antonio via Internet di domande di argomento libresco. Però invece di chiamarsi catena-disant'Antonio-via-Internet-blabla, si chiama Premio UNIA. Perché? Boh. Aggancia i polli, suppongo. E siccome mi riconosco anche nella categoria pennuta, ci sono cascata. C'è da dire che l'invito mi è giunto da due amici quali Giordano Efrodini e Arcangelo Scattaglia e le domande sono carine, perciò rispondo. Ok, preambolo finito, lo so, che due palle.
Iniziamo. 

 
1) Qual è il primo libro che hai letto in assoluto?
Questa è facile: Gli Aristogatti della Disney. Me lo ricordo perché costringevo mia madre a leggermelo ogni santo giorno, più volte al giorno, nelle settimane che trascorsi in ospedale dopo l'intervento chirurgico agli occhi. Avevo una benda su entrambi e dolori tremendi alla testa, e la santa donna era tenuta non solo a leggere e interpretare i personaggi, ma anche a descrivermi le illustrazioni con dovizia di particolari. Tolta la maledetta benda, per prima cosa volli leggere quella storia. Credo di aver imparato allora che i libri servono anche a superare i periodi di cacca.

2) Hai mai fatto un sogno ispirato a un libro che hai letto? Se sì, racconta.
Mi capita abbastanza spesso, il guaio è che in genere si tratta di incubi, parecchio vividi. Però una volta mi sono trovata in mezzo a una scena di mazzate presa pari pari dal ciclo di Hap & Leo di Joe Lansdale, e lì le ho prese ma ne ho pure date un sacco. Anche se mi sono svegliata stanchissima, e lacerocontusa, mi ha dato soddisfazione.

3) Qual è la prima cosa che ti colpisce in un libro? La copertina, la trama o il titolo?
Il titolo. Se mi ispira, leggo la trama, e se pure quella mi interessa, apro una pagina a caso. Se lo stile mi piace, compro il libro. Alla copertina quasi non bado, la guardo solo dopo, a casa, quando inizio a leggere. E infatti ho un'ottima memoria per le storie, mentre le copertine cadono nell'oblio.

4) Ti è mai capitato di piangere per la morte di un personaggio?
Mica una volta sola! Sono una violamammola, una schifezza, una lagna. Se la storia è scritta bene, mi immedesimo fino alle doppie punte e se c'è di mezzo un disastro soffro come un vitello. I pianti più devastanti che ricordi son seguiti a Rosso Malpelo di Verga e alle Metamorfosi di Kafka. Però anche dopo Il ballo della morte della Hamilton le tubature hanno perso non poco.

5) Qual è il tuo genere preferito?
Il fantasy, senza dubbio, ma più quello di ambientazione contemporanea. Poi mi piace l'horror, il noir e la fantascienza, ma non l'hard sci fi, che mi annoia. Leggo il romance solo se fortemente contaminato con gli altri generi. Direi che preferisco le storie dove la gente si picchia. Al contrario, sto maturando un costante allontanamento dal mainstream attuale che, salvo, rari casi, mi pare troppo focalizzato sull'ego della scrittore e sul suo bisogno di mostrarsi “abile”. I libri di genere sono di solito esenti da questo vizio, perché mettono al primo posto la storia da raccontare.

6) Hai mai incontrato uno scrittore?
Sì, parecchi. E in genere si è trattato di persone molto carine e affabili. Poi, ora che son scribacchina anch'io, il numero è cresciuto, per forza di cose. Infine, ringrazio ogni giorno quella meravigliosa invenzione che è la Rete, con la quale ho potuto conoscere altri colleghi e stringere con alcuni rapporti che ormai sono amicizie preziose. Ma questi ultimi non li nomino, che ho già detto di essere una violamammola, e insomma le persone a cui mi riferisco, lo sanno.

7) Posta un’immagine che rappresenti cosa significa per te le lettura.
Ecco il mio habitat. 

 
 

Se siete arrivati fin qui svegli, vi ringrazio. È giunto il momento di passare la patata bollente a:


Divertitevi, bimbi. :)
 

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